Unione Inquilini Segreteria Nazionale dott. Mario Milone Coordinatore
Via Cavour 101, Int. 4 - 00184 Roma Nazionale Inquilini dei “cosiddetti” immobili di pregio
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All'On. Enrico Letta
Presidente del Consiglio dei Ministri
Oggetto: proposta normativa per il proseguimento della vendita diretta agli inquilini delle unità abitative ritrasferite dal 1° marzo 2009 agli enti previdenziali pubblici dopo la chiusura delle cartolarizzazioni.
Signor Presidente, Signori Ministri,
la situazione generale del Paese, dal punto di vista sociale ed economico, è molto difficile e la crisi mette in discussione la coesione sociale perchè interessa ormai larghi strati della popolazione appartenenti, oltre alle tradizionali categorie a rischio, anche a fasce di ceto medio, professionisti e famiglie con doppio reddito.
Coniugare ripresa, equità sociale e obiettivi di risanamento del bilancio pubblico è l’impresa difficile che questo Governo ha annunciato.
La proposta che Vi avanziamo con la presenta nota, quindi, ha l’obiettivo di applicare concretamente questa impostazione, al fine di consentire l’acquisto della casa di proprietà per le famiglie realizzando nel contempo introiti rilevanti per le casse dello Stato.
Si tratta di intervenire urgentemente per superare la situazione di stallo delle vendite che permane dal 2009 per le unità immobiliari (prevalentemente residenziali), rimaste invendute dopo la chiusura delle fallimentari operazioni di cartolarizzazione e ritrasferite in proprietà agli Enti previdenziali, comunque vincolate da molti anni dalla vigente legislazione alla dismissione con diritto di opzione all’acquisto riconosciuto agli inquilini.
Dopo più di 17 anni dall’avvio della dismissione immobiliare degli Enti Previdenziali pubblici in base al D.Lgs. 104/1996, gli Enti continuano a registrare ingenti perdite derivanti dalla gestione dei beni rimasti invenduti alla chiusura delle operazioni di cartolarizzazione del 18/12/2001 e 21/11/2002, decisa dal Parlamento con la messa in liquidazione dei due patrimoni separati (SCIP 1 e SCIP 2) della SCIP S.r.l. (art.43 bis L.14/2009).
Si tratta delle 27.122 unità immobiliari tra principali e secondarie (prevalentemente residenziali) per un valore complessivo di 2,4 miliardi di euro, ritrasferite in data 28 febbraio 2009 agli Enti originariamente proprietari.
La crisi economica e il ritardo nelle vendite pone gravi problemi non soltanto per migliaia di famiglie, ma anche per la pubblica finanza; ad esempio, l’INPS che attualmente vanta il patrimonio più rilevante (avendo incorporato INPDAP, INPDAI, ENPALS e IPOST), nel periodo 2009/2012 ha registrato perdite per la gestione ordinaria del patrimonio da reddito pari a 142,5 mln di euro.
La soluzione di questa "anomalia" appare ormai ineludibile poichè, anche la Corte dei conti ha sottolineato che c'è "l'urgenza di soluzioni operative sul fronte delle dismissioni, finora carente nell'identificare dimensioni, condizioni e responsabilità realizzative".
In questo quadro si inserisce appunto la richiesta che unitariamente l'UNIONE INQUILINI e il Coordinamento Nazionale Inquilini dei "cosiddetti" immobili di pregio avanza al Governo e che interessa migliaia di inquilini degli immobili degli enti previdenziali pubblici (per lo più anziani e ex dipendenti degli stessi enti).
Tale proposta, ponderata in termini di fattibilità sia sotto un profilo giuridico equo che sotto il profilo della convenienza per la finanza pubblica, mira a superare l’inerzia degli Enti oggi esistente ponendosi l’obiettivo di dare attuazione all’art. 43 bis approvato come “misura urgente” con la Legge 14/2009, rimasto invece disapplicato circa l’obbligo legislativo sia alla continuazione delle vendite sia all’eliminazione del contenzioso mediante soluzioni transattive.
La proposta avente ad oggetto il proseguimento della vendita diretta agli inquilini delle unità abitative ritrasferite dal 1° marzo 2009 agli enti dopo la chiusura delle cartolarizzazioni è la seguente:
Entro 90 giorni dalla entrata in vigore della presente legge, gli Enti Previdenziali Pubblici procedono all’alienazione delle unità abitative retrocesse dal processo di cartolarizzazione Scip 1 e Scip 2 applicando le procedure di vendita indicate all’art.43 bis, comma 12 del decreto legge 30 dicembre 2008 n.207, convertito con modificazioni dalla legge n.14 del 27.2.2009 e fatti salvi i diritti maturati secondo quanto previsto dal decreto legge 25 settembre 2001, n.351, convertito con modificazioni dalla legge 23 novembre 2001, n.410 facendo riferimento al prezzo a suo tempo definito dall’Agenzia del Territorio.
Le unità residenziali qualificate di pregio dai decreti ministeriali di cui al coma 1 della legge 23 novembre 2001, n.410 di proprietà degli enti previdenziali pubblici o di fondi immobiliari partecipati dagli stessi enti, per le quali pende ricorso dinanzi all’autorità giudiziaria competente avverso la relativa qualificazione di pregio nonché la determinazione del prezzo di vendita delle stesse, sono vendute applicando al prezzo a suo tempo definito dall’Agenzia del Territorio, una riduzione del 30% a condizione che vengano abbandonati i giudizi in corso, con spese compensate e che vengano riconosciuti come acconto prezzo delle unità i canoni corrisposti nelle more del giudizio dai conduttori che risultino in regola con il pagamento degli oneri accessori.
Le unità residenziali retrocesse all’INAIL a seguito della messa in liquidazione della Scip S.r.l., che, alla data di decorrenza della presente legge, risultino compravendute, in applicazione della normativa della Direttiva Interministeriale del 10
febbraio 2011, al prezzo determinato a suo tempo dall’Agenzia del Territorio con versamento di una quota parte di tale prezzo lasciando la corresponsione del saldo subordinata alla risoluzione giurisdizionale delle cause pendenti, vengono definitivamente alienate ai titolari dei particolari contratti di vendita posti in essere applicando al suddetto prezzo determinato dall'Agenzia del Territorio, una riduzione del 30%.
E' estesa al 31.12.2012 la regolarizzazione agli occupanti delle unità immobiliari ad uso residenziale degli enti previdenziali pubblici che risultino privi del titolo alla data del 31.12.2012 e ai conduttori in base ad assegnazione irregolare, con le modalità e le condizioni di cui all’art. 7 del decreto legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito con modificazioni nella legge 2 dicembre 2005, n. 248.
L'obbiettivo è pertanto quello della dismissione degli immobili, senza rimanere fuorviati dalle strutture burocratiche interne agli enti e i servizi in convenzione esterni impegnati nell’amministrazione ordinaria degli appartamenti piuttosto che negli adempimenti relativi alla vendita.
In mancanza dell’osservanza delle leggi e delle direttive governative nonché del rispetto dei riconosciuti diritti agli inquilini e delle aspettative stesse maturate lungo tutto l’arco di tempo del processo dismissorio, si generano soltanto gestioni caotiche e rapporti forieri di ulteriori vertenze.
È importante quindi che il Governo, adegui il quadro normativo e regolamentare per consentire la prosecuzione della vendita diretta agli inquilini degli immobili residenziali rimasti invenduti dopo la chiusura delle SCIP.
Augurandoci che la proposta avanzata venga condivisa sulla base di quanto riassunto nel documento allegato alla presente, rimaniamo a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Roma, 14 maggio 2013
WALTER DE CESARIS MARIO MILONE
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dott. Mario Milone
Coordinatore nazionale inquilini immobili di pregio
Al Ministro dell'Economia e delle Finanze
Prof. Vittorio Grilli
Ministero dell'Economia e delle Finanze
Via XX Settembre, 97 - 00187 Roma
Egregio Signor Ministro,
nella sua recente intervista al Corriere della Sera, Lei ha annunciato un rilevante piano di dismissioni da 15-20 miliardi di euro l'anno per ridurre il debito pubblico del 20% in 5 anni dichiarando contemporaneamente l’insuccesso delle operazioni di cartolarizzazione Scip 1 e Scip 2 e mostrando di essere dunque consapevole delle difficoltà di valorizzazione dei patrimoni pubblici.
Le alchimie finanziarie, come sappiamo dopo le fallimentari esperienze delle cartolarizzazioni immobiliari, nascondono i problemi temporaneamente ma alla lunga fanno danni.
Il fallimento delle cartolarizzazioni si sarebbe potuto tranquillamente evitare, vendendo immediatamente tutto il patrimonio immobiliare degli Enti Previdenziali a valore catastale, incassando certamente almeno 12,5 miliardi di euro. Bastava prendere una calcolatrice e fare una banalissima operazione matematica: rendita catastale per 100!
Lo scrivente da oltre 10 anni segue la vicenda della dismissione dei beni immobili degli enti previdenziali pubblici, come coordinatore delle attività di tutela degli inquilini titolari del diritto di opzione e di prelazione, promotore del sito "www.scip2pregio.it" e coordinatore del Comitato Nazionale. E’ autore della pubblicazione "Scippopoli - Il fallimento della più grande cartolarizzazione immobiliare realizzata dallo Stato”.
Dopo più di 15 anni dall’avvio della dismissione immobiliare degli Enti Previdenziali pubblici in base al D.Lgs. 104/1996, gli Enti continuano a registrare ingenti perdite derivanti dalla gestione dei beni rimasti invenduti alla chiusura delle operazioni di cartolarizzazione del 18/12/2001 e 21/11/2002, decisa dal Parlamento con la messa in liquidazione dei due patrimoni separati (SCIP 1 e SCIP 2) della SCIP S.r.l. (art.43 bis L.14/2009).
Si tratta, se prendiamo i dati contenuti nell'ultima relazione al Parlamento, di 27.122 unità immobiliari tra principali e secondarie (prevalentemente residenziali) per un valore complessivo di 2,4 miliardi di euro, ritrasferite in data 28 febbraio 2009 agli Enti originariamente proprietari.
Mentre il forte incremento dei tassi sui titoli di Stato italiani pone gravi problemi, lo stallo delle vendite causa un gravissimo danno per la pubblica finanza; ad esempio, l’INPS che attualmente vanta il patrimonio più rilevante (avendo assorbito gli immobili dell'INPDAI), ha presentato la gestione 2010 del suo patrimonio immobiliare con una perdita complessiva pari a 55 milioni di euro.
La soluzione di questa "anomalia" appare ormai urgente!
Del resto, anche la corte dei conti ha recentemente sottolineato che c'è "l'urgenza di soluzioni operative sul fronte delle dismissioni, finora carente nell'identificare dimensioni, condizioni e responsabilità realizzative".
In questo quadro si inserisce appunto l'ultimo appello fatto al Governo da centinaia di inquilini degli immobili degli enti previdenziali pubblici (per lo più anziani e ex dipendenti degli stessi enti), appello che questo coordinamento nazionale porta ormai avanti da quasi un anno e ha rivolto anche a Lei quando era Viceministro (vedi lettera del 29.11.2001) e anche recentemente (18.07.2012) quando Le ha inviato un promemoria aggiornato.
In sostanza, abbiamo notificato ai Ministeri Vigilanti (Economia e Lavoro) una proposta avente ad oggetto l'accelerazione della dismissione degli immobili residenziali degli Enti Previdenziali pubblici (D.Lgs. 104/1996 - L. 410/2001 - Art. 43 bis L. 14/2009 - Art.27 L.214/2011) e la definizione del contenzioso dei "cosiddetti" immobili di pregio.
Tale proposta, ponderata in termini di fattibilità sia sotto un profilo giuridico equo che sotto il profilo della convenienza per la finanza pubblica, mira a superare l’inerzia oggi esistente ponendosi l’obiettivo di dare attuazione all’art. 43 bis approvato come “misura urgente” con la Legge 14/2009, rimasta inapplicata, risolvendo il contenzioso giudiziario in essere.
Tale proposta prevede che"per le unità residenziali di pregio per le quali pende ricorso dinanzi all'autorità giudiziaria competente avverso la qualificazione di pregio del cespite, ovvero anche la determinazione del prezzo di vendita delle singole unità, l'alienazione da parte degli Enti proprietari ha luogo applicando al prezzo a suo tempo definito dall'Agenzia del Territorio, i coefficienti aggregati di abbattimento, previsti dalla L. 104/2004 e contenuti nell'ultima tabella pubblicata sulla G.U. Serie Generale n. 181 del 5 agosto 2006,a condizione che vengano abbandonati i giudizi in corso, a spese compensate e che vengano riconosciuti come acconto prezzo i canoni corrisposti nelle more del giudizio dai conduttori che risultino in regola con il pagamento degli oneri accessori".
Il criterio di determinazione del prezzo di vendita mediante i coefficienti di abbattimento applicati al prezzo a suo tempo definito dall’Agenzia del Territorio, con la riparametrazione ai valori di mercato del mese di ottobre 2001, è stato ripreso dal decreto-legge 23 febbraio 2004 n. 41.
E' bene ricordare che, soltanto poche ore prima della conversione nella Legge 24 aprile 2004 n. 104 del suddetto decreto, al comma 1, apparve l’aggiunta delle due parole “nelle ipotesi” che ha determinato l’esclusione - con il rinvio all’art. 20 della L. 410/2001 - degli immobili qualificati di pregio dall’applicazione dei prezzi di vendita fissati al 2001.
Un’esclusione che si è aggiunta all’irragionevolezza dell’eccettuazione fatta per gli immobili di pregio nell’art. 3 comma 8 della Legge 410/2001, ove è stabilito che il prezzo di vendita delle unità ad uso residenziale è pari al prezzo di mercato delle unità immobiliari libere diminuito del 30 per cento (riduzione applicata in tutte le dismissioni pubbliche per le unità occupate) e che per i medesimi immobili viene praticato un ulteriore abbattimento di prezzo a favore dei conduttori che acquistano a mezzo di mandato collettivo se rappresentano almeno l'80 per cento delle unità residenziali complessive dell'immobile.
Interventi normativi, questi, che hanno generato notevolissime e intollerabili disparità di trattamento tra gli inquilini interessati dallo stesso processo di dismissione immobiliare degli enti previdenziali in corso oramai da circa 20 anni.
Lo sviluppo del contenzioso, se non fronteggiato con una soluzione normativa di carattere generale come quella proposta, è destinato prevedibilmente ad arrivare in Cassazione.
Nel frattempo si auspica quantomeno l’interessamento dei Ministeri vigilanti (Economia e Lavoro) sull’applicazione della direttiva interministeriale del 10.02.2011 pubblicata sulla G.U.R.I. n. 135 del 13.06.2011.
Tale disposizione, stante l’inerzia degli Enti ad operare per definire transattivamente il contenzioso in base all’art. 43 bis, c. 12, della Legge 14/2009, persegue intanto l’obbiettivo di sboccare le vendite degli immobili oggetto di contenzioso giudiziario, consentendo agli inquilini di acquistare gli immobili, anche in corso di vertenza, ad una quota parte del prezzo a suo tempo stabilito dall'Agenzia del territorio e lasciando legato il pagamento della eventuale differenza all’esito del giudizio.
Con la soprarichiamata direttiva il Governo è infatti intervenuto sulla situazione di sostanziale blocco delle vendite e ha disposto che, per gli immobili retrocessi agli stessi enti a seguito della messa in liquidazione della Scip S.r.l., “occorre procedere alla loro dismissione nel rispetto delle procedure già previste favorendo soluzioni transattive che consentano di stipulare contratti di compravendita che prevedano un corrispettivo pari al valore di mercato dell’immobile, determinato a suo tempo dall’Agenzia del Territorio, con il versamento di una quota parte di tale prezzo. La corresponsione del saldo, oltre agli interessi e alla rivalutazione monetaria sarà legata alla risoluzione in sede giurisdizionale delle cause pendenti. In questo modo, l’Ente incasserà una parte del valore degli immobili senza rinunciare ai propri interessi che verranno tutelati nelle sedi opportune”.
Questa disposizione costituisce dunque un punto d’incontro tra le esigenze di finanza pubblica e quelle degli inquilini interessati a quelle particolari condizioni, ma, come l’art. 43 bis della Legge 14/2009, è rimasta lettera morta.
Abbiamo preso atto favorevolmente che, il direttore del Tesoro, nel corso della riunione svoltasi presso l'ufficio Legislativo del Ministero dell'Economia il 5 giugno scorso, avente ad oggetto: alienazione degli immobili degli enti vigilati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha evidenziato che "l'attuale quadro normativo consentirebbe comunque agli enti di proseguire nelle procedure di vendita degli immobili retrocessi".
Tuttavia, rimaniamo convinti che per sbloccare la paralisi che di fatto si è creata all'INPS da oltre 3 anni sia necessario ribadire l'applicazione della direttiva interministeriale del 10.2.2011, accompagnando l'intervento con una precisa disposizione che stabilisca un termine perentorio entro il quale dismettere - pena - il trasferimento di tutto il loro patrimonio ad una società del Tesoro gestita dal Demanio ai sensi dell'art. 27 del c.d. Salva-Italia.
La disposizione sarebbe da introdurre con carattere di urgenza, vista la situazione generale (spread di nuovo alle stelle e aumento dei costi gestione per gli enti grazie all'introduzione dell'IMU) e dovrebbe, a nostro avviso, prevedere che:
- gli inquilini che hanno ottenuto già una prima sentenza favorevole rogitano la compravendita al prezzo stabilito dal Giudice, lasciando legato il pagamento della eventuale differenza rispetto al prezzo a suo tempo determinato dall'Agenzia del territorio all’esito dei giudizi ancora in corso oppure rispetto al prezzo derivante dall’applicazione della normativa generale che nel frattempo potrebbe aver definito il contenzioso;
- gli inquilini che non hanno ancora ottenuto una sentenza favorevole ed hanno un contenzioso in corso rogitano la compravendita al prezzo a suo tempo stabilito dall’Agenzia del territorio riparametrato al mese di ottobre 2001 secondo i medesimi coefficienti di abbattimento previsti nella proposta di chiusura del contenzioso, come precedentemente richiamata.
L'obbiettivo deve rimanere quello della dismissione degli immobili, senza farsi prendere dalla tentazione di mantenere le strutture burocratiche interne agli enti e i servizi in convenzione esterni impegnati nell’amministrazione ordinaria degli appartamenti piuttosto che negli adempimenti relativi alla vendita.
In mancanza dell’osservanza delle leggi e delle direttive governative nonché del rispetto dei riconosciuti diritti dei locatari che occupano legittimamente gli immobili e delle aspettative stesse maturate lungo l’arco di tempo del processo dismissorio, si generano soltanto gestioni caotiche e rapporti forieri di ulteriori vertenze.
E' indubitabile che gli inquilini sono, ormai divenuti proprietari di fatto dei rispettivi alloggi condotti in locazione non avendoli potuti acquistare entro il 2001, essendo stati costretti dagli enti a pagare un'indennità di occupazione che andrà inevitabilmente considerata come acconto prezzo degli immobili.
E' altrettanto indubitabile che gli Enti previdenziali pubblici non sono dei buoni gestori, ma si trovano in difficoltà oggettive, continuando a produrre perdite anno dopo anno che gravano sui rispettivi bilanci.
È importante quindi che Lei, Signor Ministro, si faccia promotore di adeguare il quadro normativo e regolamentare per consentire e accelerare le dismissioni del pacchetto di immobili residenziali rimasti invenduti dopo la chiusura delle SCIP, ascoltando le proposte degli inquilini e dimostrando così di avere quella credibilità necessaria per portare avanti il piano delle dismissioni per ridurre il debito pubblico del 20% in 5 anni e per confermare l’obiettivo ambizioso di raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013.
In attesa di poterLa incontrare, le invio cordiali saluti.
Napoli, 25 luglio 2012
cordiali saluti
Mario Milone
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dott. Mario Milone
Coordinatore nazionale inquilini immobili di pregio
All'ill.mo Sen. Prof. Mario Monti
Presidente del Consiglio dei Ministri e
Ministro dell'Economia e delle Finanze
Palazzo Chigi
Piazza Colonna, 370
00187 Roma
Alla Prof.ssa Elsa Fornero
Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
Via Veneto 56 - 00187 Roma
e p/c Prof. Vincenzo Fortunato Capo di Gabinetto del Ministro
dell'Economia e delle Finanze
Via XX Settembre, 97 - 00187 Roma
e-mail: segreteria.capogabinetto@tesoro.it
// Prof. Francesco Tomasone
Capo di Gabinetto del Ministro
del Lavoro e delle Politiche Sociali
Via Veneto 56 - 00187 Roma
Pec:gabinettoministro@mailcert.lavoro.gov.it
Roma 23 novembre 2011
Oggetto: accelerazione della dismissione degli immobili residenziali degli Enti Previdenziali pubblici (D.Lg. 104/1996 - L. 410/2001 - Art 43 bis L. 14/2009).
Desidero affidare alla Sua cortese attenzione la questione del blocco delle vendite dei beni immobili degli Enti Previdenziali Pubblici, in atto dopo la chiusura della settennale cartolarizzazione, blocco che comporta lesione agli interessi legittimi di migliaia di famiglie, produce disparità di trattamento tra inquilini e contribuisce ad aggravare i già disastrati conti pubblici italiani.
Lo scrivente da circa 10 anni segue la vicenda della dismissione dei beni immobili degli enti previdenziali pubblici, come coordinatore delle attività di tutela degli inquilini titolari del diritto di opzione e di prelazione, promotore del sito "www.scip2pregio.it" e coordinatore del Comitato Nazionale. E’ autore della pubblicazione "Scippopoli - Il fallimento della più grande cartolarizzazione immobiliare realizzata dallo Stato” di marzo 2009.
Dopo oltre 15 anni dall’avvio della dismissione immobiliare degli Enti Previdenziali pubblici in base al D.Lgs. 104/1996, gli Enti continuano a registrare ingenti perdite derivanti dalla gestione dei beni rimasti invenduti alla chiusura delle operazioni di cartolarizzazione del 18/12/2001 e 21/11/2002, decisa dal Parlamento con la messa in liquidazione dei due patrimoni separati (SCIP 1 e SCIP 2) della SCIP S.r.l. (art.43 bis L.14/2009).
Si tratta, se prendiamo per veritieri i dati contenuti nell'ultima relazione al Parlamento, di 27.122 unità immobiliari tra principali e secondarie (prevalentemente residenziali) per un valore complessivo di 2,4 miliardi di euro, ritrasferite in data 28 febbraio 2009 agli Enti originariamente proprietari.
Mentre il forte incremento dei tassi sui titoli di Stato italiani pone gravi problemi, lo stallo delle vendite causa un gravissimo danno per la pubblica finanza; ad esempio, l’INPS che attualmente vanta il patrimonio più rilevante (avendo assorbito gli immobili dell'INPDAI), ha presentato la gestione 2010 del suo patrimonio immobiliare con una perdita complessiva pari a 55 milioni di euro.
La soluzione di questa "anomalia" appare ormai urgente!
Contemporaneamente aumenta sempre più il danno arrecato agli inquilini del residuo portafoglio immobiliare, che pagano regolarmente il canone di locazione o indennità di occupazione non avendo potuto acquistare, pur essendo essi - al pari degli altri che hanno acquistato - titolari per legge del "diritto di opzione" all’acquisto del proprio alloggio.
Ebbene, sarebbe quanto mai opportuno che l’attuale governo di impegno nazionale assuma l’iniziativa di predisporre una norma che acceleri le dismissioni e risolva con equità questa parte ultima di un’annosa vicenda (di cui allego promemoria).
Il Governo porrebbe così attenzione ad una questione che ha causato evidenti disparità di trattamento soprattutto nei confronti degli inquilini più deboli ed anziani, sempre più sfiduciati per i tempi lunghi della giustizia, perseguendo contemporaneamente il "rigore nei conti pubblici".
Si conseguirebbe infatti un apprezzabile ed immediato risultato economico per le casse dello Stato, ponendo fine alla gestione fallimentare di un patrimonio destinato per legge alla dismissione e riducendo rilevantemente il diffuso contenzioso giudiziario in via amministrativa e in via ordinaria.
Risponderebbe allo scopo un provvedimento di legge:
- incentrato sull’esercizio del diritto di riscatto dell’alloggio, da disciplinare in conformità alla normativa vigente in materia di alienazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica;
oppure che stabilisca
- la determinazione del prezzo di vendita pari al valore di mercato dell'immobile determinato a suo tempo dall’Agenzia del territorio riparametrato ad ottobre 2001, per coloro che hanno manifestato la volontà di acquisto entro tale data, con l'applicazione dei coefficienti aggregati di abbattimento contenuti nell'ultima tabella pubblicata sulla G.U. Serie Generale n. 181 del 5 agosto 2006.
Soluzioni ambedue simili, tra l’altro, ai provvedimenti governativi mirati alla riduzione del contenzioso giudiziario, circolati durante la recente preparazione del maxiemendamento alla Legge di stabilità e non più esaminati per il ritiro di tutti gli emendamenti.
Nel ringraziarLa per qualsiasi iniziativa vorrà prendere, desidero dichiarare la mia disponibilità ad illustrare personalmente aspetti della vicenda e/o approfondimenti, con la speranza di avere comunque un cenno di riscontro nel merito, mi è gradito inviare i migliori auguri di buon lavoro.
cordiali saluti
Mario Milone
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dott. Mario Milone
Coordinatore nazionale inquilini immobili di pregio
All’ On. Giulio Tremonti Al Sen. Maurizio Sacconi
Ministro dell’Economia e delle Finanze Ministro del Welfare
Via XX Settembre, 97-00187 Roma Via Veneto 56 - 00187 Roma
e p/c Alla Dott.ssa Maria Tersa Ciccone e p/c Alla Dott.ssa Adriana Bonanni
Capo segreteria e segreteria particolare Capo segreteria del Ministro
e-mail: caposegreteria.ministro@tesoro.it caposegreteriaMinistro@lavoro.gov.it,
Al Prof. Vincenzo Fortunato Al Cons. Caro Lucrezio Monticelli
Capo di Gabinetto Capo di Gabinetto
e-mail: segreteria.gabinetto@tesoro.it segrgabinetto@lavoro.gov.it
Al Cons. Giuseppe Chinè Al Cons. Claudio Contessa
Capo Ufficio Legislativo Economia Capo ufficio Legislativo
e-mail: legislativo@tesoro.it ufficiolegis@lavoro.gov.it
Al Dott. Stefano Scalera Al Dott. Edoardo Gambacciani
Direttore Generale VIII Sez. del Tesoro Direttore Generale politiche previdenziali
e-mail: dt.segreteria.direzione8@tesoro.it DGprevidenza@lavoro.gov.it
Oggetto: Una via d'uscita per archiviare la gestione negativa del patrimonio degli Enti previdenziali pubblici.
Dopo la chiusura delle cartolarizzazioni (SCIP) e la conseguente restituzione agli Enti previdenziali dei rispettivi patrimoni immobiliari rimasti invenduti, l'INPS presenta la gestione 2010 del suo patrimonio immobiliare da reddito con una rilevante perdita pari a 55,105 mln/€.
Converrebbe riflettere sulla gestione negativa di tale patrimonio per rilevare che a fronte di Entrate pari a 38,1 mln/€ le Uscite sono state 93,2 mln/€ (+236 % rispetto al 2009).
Le voci di spesa che hanno subito aumenti considerevoli rispetto all'anno precedente sono i "Compensi per la gestione del patrimonio immobiliare" pari a 23,12 mln/€ (+814 %) e le "Spese di conduzione ammortamenti e costi diversi" pari a 43,8 mln/€ (+501 %).
In realtà, si è verificato un rilevante incremento di spesa rispetto alla sostanziale invarianza del valore del patrimonio immobiliare pari a 122,24 mln/€.
Nel 2010 l'INPS ha venduto solo 16 unità immobiliari residenziali e 6 unità commerciali delle 830 complessive, risultanti invendute alla chiusura delle cartolarizzazioni, assicurando però cospicui compensi, per la gestione del patrimonio immobiliare vincolato alla dismissione, alla IGEI S.p.a., in liquidazione dal 1996 per espressa disposizione di legge (art.14 D.lgs104/96), e alla Romeo Immobiliare S.p.a., nonostante i relativi contratti fossero scaduti.
Ad aprile 2011, in ottemperanza alla normativa sugli appalti e nel rispetto dei criteri di trasparenza e concorrenza, l'INPS ha dovuto bandire una gara per selezionare una nuova società di gestione del patrimonio (SGR): durata del contratto 36 mesi, base d’asta di 44 milioni di euro!
Il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell'Istituto ne ha preso atto con la delibera del 31 maggio 2011 impegnando gli Organi di gestione a predisporre, entro 90 giorni, una informativa particolareggiata che evidenziasse le attività da realizzare per lo svolgimento delle funzioni di gestione del patrimonio immobiliare, gli strumenti da perseguire e la relativa pianificazione temporale.
Ad oggi l'esito della gara non è stato pubblicato e sembra quindi sfumare il progetto di valorizzazione del patrimonio immobiliare da reddito mediante costituzione di uno o più fondi immobiliari "ad apporto privato", voluto dal Presidente Mastrapasqua nel 2009.
Insomma, in un momento in cui gli immobili andrebbero venduti velocemente per alleggerire il debito pubblico, l'INPS mantiene bloccate le procedure di vendita e continua a sperperare risorse con una gestione fallimentare del suo patrimonio in presenza di un perdurante conflitto di interessi che certamente causa un danno per l'erario.
Si deve osservare inoltre che aumenta sempre più il danno arrecato agli inquilini, opzionari per legge (al pari degli altri che da anni oramai hanno acquistato l’alloggio), nei confronti dei quali si ritarda nell’invio delle offerte di vendita. Gli immobili sono stati regolarmente valutati e gli inquilini pagano da anni il canone di locazione o indennità di occupazione.
Conseguentemente appare assolutamente indispensabile e non più prorogabile un intervento del Governo di razionalizzazione del patrimonio degli Enti previdenziali pubblici che obblighi le Amministrazioni interessate a proseguire nella vendita degli immobili avviata da oltre 15 anni e che – con una articolata normativa di legge - miri, al tempo stesso, anche ad una radicale riduzione del contenzioso giudiziario instaurato dagli inquilini per le inique condizioni di vendita.
Risponderebbe allo scopo un provvedimento che stabilisca:
1) la determinazione del prezzo di vendita pari al valore di mercato dell'immobile determinato a suo tempo dall’Agenzia del territorio riparametrato ad ottobre 2001, per coloro che hanno manifestato la volontà di acquisto entro tale data, con l'applicazione dei coefficienti aggregati di abbattimento contenuti nell'ultima tabella pubblicata sulla G.U. Serie Generale n. 181 del 5 agosto 2006;
2) la stipula dei contratti di compravendita a tali condizioni soltanto per gli acquirenti che rinuncino ad ogni azione giudiziaria in atto e futura riguardante l'immobile condotto in locazione, in qualsiasi grado di giudizio, sia in sede ordinaria che amministrativa, nei confronti dell'Ente proprietario.
Solo così si potrà porre la parola fine ad una annosa questione, con soddisfazione delle centinaia di famiglie interessate conseguendo contemporaneamente anche un apprezzabile ed immediato risultato economico per le casse dello Stato.
Napoli, 19 ottobre 2011
cordiali saluti
Mario Milone
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dott. Mario Milone
Coordinatore nazionale inquilini immobili di pregio
All’ On. Giulio Tremonti
Ministro dell’Economia e delle Finanze
Via XX Settembre, 97-00187 Roma
Oggetto: Dismissione degli immobili degli Enti Previdenziali pubblici - attuazione della Legge 14/2009.
On.le Signor Ministro,
sembra ormai che l'unica ricetta per salvare l'Italia dal crack è mettere il debito sotto controllo.
Certo, si può sperare nell'aiuto di colossi dai piedi di argilla come la Cina mentre in Europa mancano leader all'altezza della situazione e la crisi non è ancora arrivata, forse, al punto più alto.
Ma l'Italia ha bisogno di una cura forte e immediata.
L'Italia è un paese ricco (la ricchezza privata degli italiani è 8 volte il Pil) e basterebbe una tassa dell'1% su questa ricchezza per 10 anni per azzerare il debito pubblico del paese.
La cura sarebbe energica ed efficace per intraprendere la strada del risanamento, della credibilità e quindi dello sviluppo.
Ma a nessuno piace questa soluzione che metterebbe le mani nelle tasche degli italiani.
Meglio quindi presentare un piano alternativo come la dismissione dei beni immobili dello Stato (circa 300 miliardi).
Dismettere beni per almeno 50 miliardi l'anno, ridurrebbe in 5 anni il rapporto debito/Pil, che, dall'attuale 118% scenderebbe al 106% producendo un risparmio in termini di interessi in 6 anni pari a 52 miliardi. A regime lo stato risparmierebbe 15 miliardi all'anno senza aver messo minimamente le mani nelle tasche degli italiani.
Una mega operazione di dismissione che però và ben confezionata e presentata per risultare credibile.
Sig. Ministro, è sulla credibilità che richiamo la sua attenzione, sull’esigenza di portare prima di tutto a termine le dismissioni riguardanti gli enti previdenziali pubblici iniziate ormai da 15 anni e non ancora concluse anche dopo la chiusura della Scip.
Sarebbe certamente più credibile un Governo capace di superare l'inerzia degli Enti previdenziali disponendo immediatamente la vendita del patrimonio immobiliare residenziale rimasto invenduto dopo le cartolarizzazioni.
Gli inquilini, legittimi titolari del diritto all'acquisto della loro prima casa attendono ormai da 15 anni che venga risolto questo problema.
Sig. Ministro, dopo innumerevoli proposte che le sono state avanzate, anche recentemente, credo che sia giunto il momento di intervenire proprio per dare un segnale di credibilità al paese e soprattutto a quegli investitori che dovrebbero scommettere sulla riuscita di una colossale dismissione.
Con l'occasione mi è gradito augurarle buon lavoro.
Napoli, 22 settembre 2011
cordiali saluti
Mario Milone
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dott. Mario Milone
Coordinatore nazionale inquilini immobili di pregio
All’ On.le Cav. Silvio Berlusconi
Presidente del Consiglio dei Ministri
Palazzo Chigi
Piazza Colonna 370
00187 Roma
Al Dott. Gianni Letta
Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
Palazzo Chigi
Piazza Colonna 370
00187 Roma
All’ On. Giulio Tremonti Al Sen. Maurizio Sacconi
Ministro dell’Economia e delle Finanze Ministro del Welfare
Via XX Settembre, 97-00187 Roma Via Veneto 56 - 00187 Roma
e p/c Alla Dott.ssa Maria Tersa Ciccone e p/c Alla Dott.ssa Adriana Bonanni
Capo segreteria e segreteria particolare Capo segreteria del Ministro
e-mail: caposegreteria.ministro@tesoro.it caposegreteriaMinistro@lavoro.gov.it
Al Prof. Vincenzo Fortunato Al Cons. Caro Lucrezio Monticelli
Capo di Gabinetto Capo di Gabinetto
e-mail: segreteria.gabinetto@tesoro.it segrgabinetto@lavoro.gov.it
Al Prof. Gaetano Caputi All’ Avv. Raffaele Tamiozzo
Capo Ufficio Legislativo Economia Capo ufficio Legislativo
e-mail: legislativo@tesoro.it ufficiolegis@lavoro.gov.it
Al Dott. Stefano Scalera Al Dott. Francesco Verbaro
Direttore Generale VIII Sez. del Tesoro Segretario Generale del Welfare
e-mail: dt.segreteria.direzione8@tesoro.it uffsegrgen@lavoro.gov.it
Raccomandata a/r del 29 gennaio 2011
Oggetto: Dismissione immobili degli Enti Previdenziali: attuazione della Legge 14/2009.
Signor Presidente, Signor Sottosegretario, Signori Ministri,
faccio seguito alla mia precedente racc. a/r n. 13742620861-5 inviata il 14 dicembre 2010 alla Presidenza del Consiglio in cui chiedevo al Governo di disciplinare l’attuazione della legge 14/2009 per determinare la rapida vendita dei cosiddetti immobili pregio non ancora alienati attraverso una chiusura definitiva del contenzioso fornendo agli enti precise disposizioni in materia.
Siamo tutt’ora convinti che, nonostante la direttiva interministeriale n. 01/Gab/0012214/2.176 del 07 dicembre 2010 abbia confermato ancora una volta che l'intendimento del Legislatore e dei Ministeri è quello di dare continuità al processo di alienazione del patrimonio degli enti - avviato ancor prima delle operazioni di cartolarizzazione - assecondando le aspettative di coloro che legittimamente vantano il diritto d'acquisto degli immobili ad essi locati, non tutti gli Enti assumeranno iniziative per renderla operativa.
Pertanto continuiamo a ritenere necessario un intervento legislativo, che regolamenti in maniera univoca e precisa i termini di soluzioni transattive definitive, volute dallo stesso legislatore con la Legge 14/09, da promuovere da parte degli Enti e offrire agli inquilini per la desistenza ai giudizi in corso.
Di qui la necessità di intervenire con una norma regolatrice di accordi transattivi che consentano di estinguere la massima parte delle vertenze in atto, ponendo fine ad annosi contenziosi dall’esito incerto nella prospettiva dell’immediato bilanciamento d’interessi tra l’aspirazione dei conduttori ad acquistare finalmente la casa ed il conseguimento del risultato economico per la finanza pubblica.
Il contenzioso giudiziario, come è stato ricordato nella mia precedente comunicazione, verrebbe definitivamente risolto se ora il Governo facesse proprio l’emendamento (vedi allegato 1) al decreto Milleproroghe riproposto dal Sen. Latronico con il n. 1.299 (il Sen. Latronico aveva infatti presentato lo stesso emendamento con n. 1.250 all’ultima legge di stabilità non potendolo discutere perchè il Governo ha posto la fiducia sul provvedimento).
Durante l’attuale legislatura, non sono mancate forze della coalizione di maggioranza che ci sono state vicine nella nostra battaglia e credo di potere dire che se il Governo portasse al voto con successo il richiamato emendamento questo coordinamento nazionale, potrebbe esprimere la grande soddisfazione di centinaia di famiglie per la chiusura di un contenzioso che va avanti da troppi anni.
Signor Presidente, Signor Sottosegretario, Signori Ministri,
anche nel settore privato, come nella dismissione patrimoniale dell’ENASARCO (18mila alloggi, da cui sono attesi ricavi per 4,2 miliardi), prenderà ora il via la vendita degli immobili grazie anche all'accordo raggiunto con tutte le organizzazioni sindacali degli inquilini.
Attraverso la trattativa, basata su poche e precise regole, è stata raggiunta, con soddisfazione tra le parti sociali contrapposte, un'intesa che consentirà di prevenire ogni disparità di trattamento tra gli inquilini e ogni conflittualità consentendo una rapida definizione delle vendite.
E’ stata concordata, infatti, la riduzione del 30% sui prezzi di compravendita del mercato immobiliare, come del resto praticato per legge nelle dismissioni patrimoniali pubbliche di tutti questi anni (senza la distinzione delle categorie di pregio e non pregio, visto che il prezzo di base comprende già la “distinzione” nella diversa valutazione) nonchè l’ulteriore sconto del 10% (se nella stesso stabile acquistano almeno il 70% degli inquilini), prevedendo nel contempo ogni adeguata tutela per gli anziani (almeno 67 anni) che possono acquistare l'usufrutto dell'abitazione, accedere a mutui agevolati ed al rinnovo contrattuale.
Nel nostro caso non è stato possibile ricalcare queste semplici regole di buon senso stabilite addirittura da un Ente privatizzato (già applicate nelle decine di migliaia di vendite di immobili pubblici) perché un'iniqua normativa non ce lo ha consentito ed è questo il motivo per cui sono rimaste aperte centinaia di vertenze giudiziarie, dopo la chiusura delle operazioni di cartolarizzazione negli Enti previdenziali pubblici.
I tempi lunghissimi della giustizia, l'età avanzata della più parte degli inquilini, gli oneri dall'azione legale intrapresa tre lustri or sono, ci fanno ritenere però più vantaggioso (anche se non in termini economici), la soluzione proposta con l'emendamento ora presentato al Senato: un prezzo di vendita parametrato ai valori di mercato del 2001 avendo tutti manifestato la volontà di acquisto entro il 31 ottobre 2001.
Non stiamo chiedendo uno sconto del 30% sul prezzo di dismissione degli immobili propostoci dagli enti previdenziali né l’ulteriore sconto di blocco del 15% usufruito da tutti gli altri inquilini i cui immobili, anch’essi cartolarizzati, non sono incappati nell’assurda qualifica di pregio. Rimarremmo comunque esclusi da qualsiasi sconto!
Gli Enti previdenziali pubblici devono per la loro stessa natura garantire la coesione sociale evitando il proliferare di contenziosi generati da un'intricata normativa che ha causato numerosissime disparità di trattamenti e vere e proprie ingiustizie a danno di anziani pensionati.
Signor Presidente, Signor Sottosegretario, Signori Ministri, se il Governo facesse proprio l'emendamento al Milleproroghe proposto al Senato con il n. 1.299 avrebbe, inoltre, il vantaggio di incassare immediatamente circa 450 milioni di euro potendo quindi destinare le conseguenti entrate ad interventi come il sostegno delle famiglie, l'occupazione giovanile, il federalismo ecc., e noi potremmo mettere definitivamente la parola fine su una vicenda che ci ha portato via anni di vita, tempo, ansie, e spese di ogni genere.
Nella speranza di vedere accolta questa nostra preghiera mi è gradito inviare auguri di buon lavoro.
Cordiali saluti
Mario Milone
Allegato
Legislatura 16º
COMMISSIONI 1ª e 5ª RIUNITE
1ª (Affari costituzionali)
5ª (Bilancio)
GIOVEDÌ 27 GENNAIO 2011
7ª Seduta
EMENDAMENTI AL DISEGNO DI LEGGE N. 2518
al testo del disegno di legge di conversione
Art.1
1.299
Latronico
Dopo il comma 2, aggiungere i seguenti:
«2-bis Tutte le unità immobiliari ad uso residenziale degli enti previdenziali pubblici che risultino invendute alla data di entrata in vigore della presente legge, sono offerte in opzione ai conduttori al prezzo determinato dall’Agenzia del Territorio prima che fossero ritrasferite dalla Scip S.r.l. agli enti originari proprietari.
2-ter. Per i conduttori che abbiano manifestato la volontà di acquisto dei rispettivi appartamenti entro il 31 ottobre 2001, il prezzo di vendita degli stessi è determinato applicando alla stima dell’Agenzia del Territorio i coefficienti aggregati di abbattimento contenuti nell’ultima tabella pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 289 del 13 dicembre 2005 e previsti dal decreto-legge 23 febbraio 2004, n. 41, convertito, con modificazioni, nella legge 23 aprile 2004, n. 104.
2-quater. La stipula dei contratti di compravendita, in base alla presente legge, può essere effettuata a condizione che l’acquirente rinunci, con la compensazione delle spese di lite, ad ogni azione giudiziaria in atto e futura riguardante l’immobile condotto in locazione, in qualsiasi grado di giudizio, sia in sede ordinaria che amministrativa, nei confronti dell’Ente proprietario il quale a sua volta non potrà richiedere alcun incremento di canone o indennità rispetto a quello/a attualmente già pagato/a con regolarità dal conduttore-acquirente, sia per le annualità pregresse sia per il periodo fino alla data della suddetta stipula».
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dott. Mario Milone
Coordinatore nazionale inquilini immobili di pregio
Al Sen. Maurizio Sacconi All’On.le Giulio Tremonti
Ministro del Welfare Ministro dell’Economia
Via Veneto 56 - 00187 Roma Via XX Settembre, 97 - 00187 Roma
segreteriaministro@mailcert.lavoro.gov.it caposegreteria.ministro@tesoro.it
Al Prof. Giovanni Geroldi Al Dott. Stefano Scalera
Direttore Generale politiche previdenziali Direttore Generale VIII Sez. del Tesoro dgpoliticheprevidenziali@mailcert.lavoro.gov.it stefano.scalera@tesoro.it
Raccomandata A/r del 06/10/2010
Oggetto: Memorandum relativo al contenzioso sugli immobili di pregio
Mi permetto di sottolineare come gli immobili ad uso abitativo degli Enti Previdenziali Pubblici siano vincolati alla dismissione e che, qualunque sia il motivo e/o l’entità del ritardo nell’alienazione, essi debbano essere alienati nel rispetto di tutti i diritti, i benefici e le prerogative giuridico-patrimoniali che dapprima il D.Lgs. 104/1996 e successivamente, con effetto perfezionativo e migliorativo, il D.L. n. 351/2001 hanno riconosciuto ai conduttori o agli occupanti, in base alle determinazioni del prezzo di vendita già fatte da tempo – a norma di legge - dall’Agenzia del Territorio.
Si dovrebbe quindi procedere predilegendo un approccio sistematico e costituzionalmente orientato, evitando la proliferazione del contenzioso originato da simili operazioni di rilevante impatto socio-economico.
La disposizione contenuta nel comma 12 dell'art. 43 bis - legge 14/2009 contiene un esplicito invito agli Enti previdenziali, rientrati nella disponibilità dei beni invenduti, retrocessi dalla S.C.I.P., a promuovere la definizione del contenzioso in materia immobiliare privilegiando soluzioni transattive, che comportino l’immediato conseguimento di un apprezzabile risultato economico in relazione al rischio implicito del giudizio, allo stato ed al presumibile costo di esso.
L'Inail, a distanza di oltre un anno e mezzo dall’entrata in vigore della citata legge, cerca comunque di sbloccare le vendite degli immobili di pregio oggetto di contenzioso giudiziario, procedendo alla stipulazione dei contratti definitivi di vendita anche in pendenza di un giudizio civile e/o amministrativo.
La soluzione messa a punto dall’Inail, notificata recentemente agli inquilini dei cosiddetti immobili di pregio, è quella di stipulare il contratto di compravendita dell’immobile con il contestuale versamento della parte di corrispettivo, che comunque non dovrà essere inferiore al 70% del valore di mercato dell' immobile stesso come, a suo tempo, determinato dall'Agenzia del Territorio, e di condizionare la corresponsione del saldo, oltre interessi e rivalutazione monetaria, alla conferma in sede giurisdizionale della natura di pregio degli immobili stessi.
In questo modo, l’ente incamera immediatamente e nel suo interesse il 70% del valore di mercato delle unità immobiliari, senza attuare una effettiva rinuncia transattiva, dal momento che il corrispettivo finale
verrà determinato in base ai criteri indicati dalla legge o secondo l'interpretazione che ad essi sarà attribuita dai competenti organi giurisdizionali.
La soluzione prospettata non è certamente la soluzione transattiva definitiva a cui aspiravano gli inquilini (i quali hanno già in passato avanzato proposte) nè quella auspicata dal Legislatore (che potrà sempre intervenire in un secondo momento), ma intanto non si chiede più la rinuncia alle cause e si garantisce finalmente il rispetto di quei principi costituzionali in base ai quali deve essere sempre garantita la tutela giurisdizionale dei diritti.
Intanto una parte degli immobili ex Scip tornati nella disponibilità dell'Inpdap è stata conferita al fondo immobiliare "Senior" della società di gestione Fimit, mentre si continua nella dismissione di quelli residenziali.
L'Inps invece, sta portando avanti il programma di valorizzazione del patrimonio immobiliare da reddito mediante costituzione di uno o più fondi immobiliari ad apporto privato con l'intento di farvi confluire tutto il suo patrimonio.
In attesa che i Ministeri vigilanti diano la loro approvazione a tale programma, anche in relazione all'art. 8, comma 15, del D.L. 78/2010, si auspica l'intervento quanto mai necessario dei Ministeri vigilanti affinchè intanto l'Inps non blocchi ulteriormente le vendite programmate degli immobili oggetto di contenzioso già cartolarizzati e restituiti ai sensi dell'art. 43 bis della L. 14/2009, perchè questo comportamento, a distanza di un anno e mezzo dall'entrata in vigore della legge non è più compatibile con il raggiungimento degli obbiettivi di Finanza pubblica che il Legislatore intendeva ed intende perseguire.
Conseguentemente appare assolutamente indispensabile che l'Inps e l'Inpdap, sotto la vigilanza dei Ministeri, tengano conto delle procedure di vendita adottate dagli altri Enti onde evitare disparità di trattamento tra gli inquilini, motivo di ulteriore contenzioso.
Risulta altresì evidente la necessità che Ministeri vigilanti diano finalmente seguito alla predetta norma legislativa con direttive attuative in merito alle transazioni così come recentemente è stato anche sottolineato, nella memoria del 24 giugno 2010 del Procuratore Generale della Corte dei Conti sul Rendiconto dello Stato anno 2009.
Napoli, 6 ottobre 2010
Mario Milone
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dott. Mario Milone
Coordinatore nazionale inquilini immobili di pregio
Alla
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Palazzo Chigi
Piazza Colonna 370
00187 Roma
Al Sen. Maurizio Sacconi All’On.le Giulio Tremonti
Ministro del Welfare Ministro dell’Economia
Via Veneto 56 - 00187 Roma Via XX Settembre, 97 - 00187 Roma
segreteriaministro@mailcert.lavoro.gov.it caposegreteria.ministro@tesoro.it
Al Sen. Pasquale Viespoli all’On. Giuseppe Vegas
Sottosegretario di
Stato Sottosegretario di
Stato
segreteriaviespoli@lavoro.gov.it
segreteria.vegas@tesoro.it
Al Cons. Francesco Verbaro
Segretario Generale
SegretarioGenerale@mailcert.lavoro.gov.it
All’Avv. Antonella Valeriani Al Prof. Gaetano Caputi
Capo ufficio
Legislativo Capo ufficio
Legislativo
ufficiolegislativo@mailcert.lavoro.gov.it
legislativo@tesoro.it
Al Prof. Giovanni Geroldi Al Dott. Stefano Scalera
Direttore Generale Direttore Generale VIII Sez. del Tesoro dgpoliticheprevidenziali@mailcert.lavoro.gov.it stefano.scalera@tesoro.it
Raccomandata a/r del 17 maggio 2010
Oggetto: Normativa per la vendita del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali pubblici dopo le cartolarizzazioni.
Signor Presidente, Signori Ministri,
Chiediamo quindi l’impegno del Governo ed in particolare del Ministero del Lavoro e dell’Economia nel dettare norme precise per la dismissione degli immobili di proprietà degli enti previdenziali non ancora venduti, per risolvere tutto il contenzioso presente e futuro, favorendo contemporaneamente l’acquisto della case da parte degli inquilini che le occupano da decenni e consentendo un rilevante ed immediato vantaggio per le casse dello Stato!
Si ricorda infatti che la dismissione del patrimonio immobiliare degli Enti Previdenziali Pubblici è stata avviata a seguito delle norme delegate (D.lgs 104/96) emanate dal Governo su delega del Parlamento (L.335/95) ed è proseguita, successivamente, con la Legge 410/2001 che ha consentito il ricorso alle operazioni finanziarie di cartolarizzazione, realizzate tramite la società veicolo S.c.i.p. S.r.l. costituita dallo stesso Ministero dell’Economia.
Sono state vendute 74.926 delle 90.392 unità immobiliari inserite nelle due operazioni di cartolarizzazione SCIP 1 e SCIP 2, per cui, una volta messa in liquidazione la S.c.i.p. con le disposizioni della legge n.14/2009 e restituiti gli immobili invenduti agli enti originari proprietari, è risultato (al 28 febbraio 2009), un portafoglio residuo complessivo di 15.466 unità immobiliari vincolate alla dismissione e per le quali è stato già determinato da anni (da parte dell’Agenzia del Territorio) il prezzo di vendita.
Quindi, a fronte del termine di 5 anni stabilito dalla legge 335 del 1995 e confermato dal D.Lgs 104/96 per ultimare le operazioni di dismissione immobiliare, una parte di inquilini attende ormai da 15 anni di poter acquistare l’abitazione come previsto dalla legge!
Si osserva che il 94% delle vendite sono state fatte agli stessi inquilini opzionari, ai quali è stato praticato il prezzo di mercato determinato, come per legge, dall’Agenzia del Territorio e riparametrato al 2001 (per coloro che avevano manifestato la volontà di acquisto entro il 31/10/2001), ridotto del 30%, oltre al cosiddetto sconto di blocco che varia dal 10 al 15%.
E non v’è dubbio che la gestione del suddetto portafoglio residuo (in massima parte costituito da immobili residenziali locati di cui solo una piccolissima fetta sono “immobili di pregio”), rappresenti una “coda” di difficile gestione per gli Enti, vincolati per legge alla dismissione di questi immobili e impegnati dal Governo a promuovere la definizione dei contenziosi privilegiando soluzioni transattive (art. 43 bis, c. 12, L.14/2009).
A distanza di oltre un anno, la mancanza assoluta di iniziative autonome da parte degli Enti, lascia supporre quante difficoltà trovino le Amministrazioni nella prudente valutazione di circostanze per accordi transattivi, che definiscano la controversie prima di una sentenza passata in giudicato, con soddisfacimento dell’interesse pubblico unitamente alla convenienza per il privato.
Sull’intricata questione della vendita degli immobili pubblici di origine previdenziale, il Governo ha a portata di mano una via d’uscita. Può subito incrementare le entrate del bilancio dello Stato e dare un segnale concreto nella direzione del risanamento dei conti pubblici favorendo uno dei principali obiettivi programmatici (cioè estendere la platea dei proprietari di case), e porre fine a circa 15 anni di contrasti legali tra gli inquilini e i 9 enti previdenziali.
La recente sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Roma (n.1652/10), stabilisce il principio per cui ai conduttori di tali alloggi è riconosciuto il diritto di opzione. Per gli inquilini è quindi sufficiente avere manifestato l’intenzione di comprare i rispettivi appartamenti entro il 31/10/2001, dando seguito all’offerta fatta loro nel 1996 dal Ministero del Lavoro e dal Governo, con il D.lgs 104/1996.
La sentenza dei giudici romani in questo modo offre una compensazione risarcitoria agli inquilini degli immobili definiti di pregio. Non avranno nessun tipo di sconto, nè lo sconto del 30% stabilito per gli immobili occupati (riservato agli immobili ordinari) né quello previsto per le vendite in blocco, ma otterranno il risultato di poter fruire dei prezzi di mercato in vigore nel 2001.
E’ un diritto pregresso, di cui non possono essere privati avendo essi manifestato la volontà di acquisto a partire dal 1998 e comunque entro il 31/10/2001.
Di qui la necessità per il Governo di intervenire per definire la massima parte delle vertenze in atto e porre fine ad annosi contenziosi dall’esito incerto anche per lo Stato (tutte le sentenze di 1° grado del Tribunale di Napoli hanno infatti trasferito la proprietà agli inquilini sulla base della rendita catastale moltiplicata 100), nella prospettiva dell’immediato conseguimento del risultato economico per la finanza pubblica.
Basterebbe quindi proporre una norma, nell’ambito della prossima Manovra, che disciplini le modalità di determinazione del prezzo di vendita di tutti gli immobili degli Enti Previdenziali Pubblici rimasti invenduti dopo la chiusura delle cartolarizzazioni come ad esempio:
Solo così si potrà porre la parola fine, con soddisfazione delle centinaia di famiglie interessate ad una travagliata procedura di vendita che va avanti da 15 anni conseguendo contemporaneamente anche un apprezzabile ed immediato risultato economico per le casse dello Stato.
Augurandomi che vogliate seriamente considerare la soluzione prospettata invio i miei più cordiali saluti.
Mario Milone