REDDE RATIONEM

 

Caro Mario,

leggendo le tue analisi critiche dei bilanci finanziari della SCIP, riflettevo sul fatto che per SCIP 2 son passati oltre 4 anni  e che ne passeranno almeno altri 4 prima di veder chiusa l’operazione  finanziaria di cartolarizzazione messa in cantiere a dicembre 2002.

Non essendo in grado di addentrarmi nello specifico dei conti di bilancio e delle previsioni da te puntualmente avanzate, qualche domanda però me la pongo anch’ io e la rivolgo anche ai nostri amici interlocutori sul sito.

Ma – in definitiva - quanto costerà alla collettività l’intera operazione Scip?  Si faranno mai i conti del grande imbroglio ? Quanto è costata la “scrittura” nelle poste a credito della finanza pubblica dei 6.700 ml. “curata” dal sistema bancario ? Almeno a  me, che non m’intendo di affari economici, non pare ci siano investimenti di piccoli o grandi risparmiatori, istituzionali o meno. Mi sembrano soltanto delle registrazioni contabili nei conti di tesoreria bancaria del Ministero e degli Enti Previdenziali.                                      

Anche il ricco padrone di terreni del Vangelo di Luca, messo in sospetto da qualcuno, esclama sul viso del suo amministratore <<redde rationem villicationis>>, dammi conto della gestione altrimenti <<non poteris vellicare>> non potrai amministrare.

Noi no! - Nel nostro paese, non possiamo chiedere il conto.

In sostanza, è questa la conclusione della Corte dei conti, che - dopo un’indaginesulla convenienza delle operazioni di cartolarizzazioni” – ha concluso sull’impossibilità di individuare le responsabilità all’interno della Pubblica Amministrazione perchè in alcuni settori dell’economia pubblica, come in quello delle cartolarizzazioni,  esiste “l’esternalizzazione dei centri di decisione”, ovverosia la gestione è nelle mani delle alte professionalità del mondo privato,  non ancora presenti nè nell’amministrazione attiva né negli organi di controllo.

Nel nostro paese, non possiamo nemmeno chiedere se l’Alto Commissario per il contrasto della corruzione nella Pubblica Amministrazione abbia qualcosa da dire sulle dismissioni.

Eppure ha incaricato, da oltre un anno, il Comando Generale della Guardia di Finanza di “”ricostruire la posizione reale dei soggetti che hanno disposto, o delegato, o deliberato, o gestito rapporti relativi alla vendita dei beni patrimoniali degli enti previdenziali””.

Nel nostro paese spesso i favoritismi, le prevaricazioni e le strumentalizzazioni affaristiche, si annidano nell’osservanza formale delle leggi e dei regolamenti.

Per questo siamo curiosi, no, meglio, siamo direttamente interessati a sapere quanti e quali atti amministrativi dei Ministeri e degli Enti Gestori siano “sostanzialmente “ illegittimi perché viziati da “sviamento di potere” in quanto adottati per un fine diverso da quello pubblico, ossia un fine privato attuale o futuro delle imprese immobiliari e bancarie.  

 

Napoli, 23.05.2007

Alberto Aveta